Monthly Archives: Gennaio 2024

Lavoro: l’occupazione cresce, ma cambia la relazione con le priorità della vita

È quanto emerge dal Rapporto ‘Il senso del lavoro nella comunità produttiva e urbana di Bologna’, realizzato dal Censis con la collaborazione di Philip Morris: fra il terzo trimestre 2022 e il terzo trimestre 2023 l’occupazione in Italia è aumentata di 470.000 unità.
Tutti gli indicatori che riguardano le componenti dell’occupazione, dipendente e indipendente, mostrano un segno positivo. Il solo segno negativo è riconducibile a contratti di lavoro a termine, che si riducono in dodici mesi di 89.000 unità (-2,9%).

Ma per il 62,7% degli italiani il lavoro oggi non è centrale nella vita. E il 76,2% dei giovani scambierebbe solo a caro prezzo un’ora di tempo libero con un’ora di lavoro.
Di fatto, per l’80% degli occupati in passato si è chiesto troppo a chi lavora. Ora è il momento di pensare più a sé stessi. 

Quasi dieci italiani su cento troppo scoraggiati per cercare un’occupazione

D’altra parte, nel giro di dieci anni, fra il 2012 e il 2022, la base occupazionale formata da giovani con un’età compresa fra 15 e 34 anni si è ridotta di circa 360.000 unità, mentre i lavoratori con almeno 50 anni sono aumentati di 2,7 milioni. 

Inoltre, la mancata partecipazione al mercato del lavoro conta oggi 12 milioni e 434.000 persone (quasi otto milioni donne), che pur essendo in età lavorativa, non lavorano e non sono alla ricerca di un lavoro.
Quasi dieci italiani su cento dichiarano di non partecipare al mercato del lavoro perché scoraggiati dagli esiti negativi della ricerca di un lavoro (prevalentemente donne).

Il lavoro c’è, ma sottopagato

Tre quarti degli italiani (76,1%) condividono l’affermazione secondo la quale in Italia il lavoro c’è, ma è poco qualificato e sottopagato.
Il 76,2% dei giovani è convinto che un impegno aggiuntivo di un’ora di lavoro deve avere un compenso tale da giustificare la rinuncia a un’ora di tempo libero, e l’80% degli italiani occupati vede nel lavoro un fattore, che soprattutto in passato, ha portato a trascurare gli interessi personali, tanto da porre il proprio benessere in secondo piano (79,8% giovani, 80,8% 35-64enni).

Fra chi è alla ricerca di un nuovo lavoro, il 36,2% indica come motivazione principale ottenere un guadagno più elevato rispetto a quello corrente, per il 36,1% la ricerca di un nuovo lavoro è stimolata dalla necessità di vedere riconosciuto il livello di competenze acquisito e da una maggiore prospettiva di carriera.

Un contributo personale alla collettività

Il profilo di ciò che rappresenta il lavoro per i dipendenti può essere evidenziato attraverso tre elementi.
Il primo è il lavoro come diritto, ma anche come contributo personale a qualcosa che supera i confini del posto di lavoro e trova un riscontro anche nella collettività (lo afferma un dipendente su quattro).

Il secondo, è il lavoro come fattore di indipendenza (43,2%), con particolare rilevanza per la componente femminile dell’occupazione (57,6%).
Il terzo, il lavoro come fattore di sicurezza economica (41,1%), che possa però essere svolto in un ambiente lavorativo meritocratico (48,6%).

Privacy: Google “scollega” la condivisione automatica dei dati sulle sue piattaforme in Europa

Google ha deciso di ‘scollegare’ la condivisione automatica dei dati degli utenti della UE sulle sue piattaforme, quali YouTube, Search, Google Play, Chrome, Google Shopping, Google Maps e i servizi pubblicitari.
La modifica alla policy annunciata dal gigante di Mountain View è un provvedimento che permetterà agli utenti in Europa di decidere con precisione in che misura sono disposti a condividere i propri dati.

Si tratta di una nuova politica in risposta all’Atto dei Mercati Digitali della UE (DMA), che permette agli utenti di Google di optare per la non condivisione dei dati su tutti, alcuni o nessuno dei servizi offerti dal motore di ricerca. 

Non basta però a conformarsi del tutto al nuovo DMA 

Tuttavia, riporta Adnkronos, la policy non è totale. Google continuerà infatti comunque a condividere i dati degli utenti quando sia necessario per completare un’operazione, come, ad esempio, quella di effettuare un acquisto su Google Shopping tramite Google Pay, al fine di ottemperare alla legge, prevenire frodi o proteggersi dagli abusi.

In realtà non si tratta della modifica più significativa che Google dovrà apportare per conformarsi al DMA, che entrerà in vigore il 6 marzo prossimo. La legge prevede anche regole aggiuntive sull’interoperabilità e sulla concorrenza. Ad esempio, Google dovrà smettere di trattare i propri servizi in maniera più favorevole rispetto ad altri servizi di terze parti nella classificazione di Search.

L’antitrust USA contro il colosso di Mountain View 

La UE non è l’unica ad avere sollevato preoccupazioni riguardo alle enormi quantità di dati degli utenti raccolte da Google.
Negli Stati Uniti, il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio la società californiana in quello che è probabilmente il più grande processo antitrust nel paese dal caso contro Microsoft negli anni ‘90.

In uno dei suoi argomenti, il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto che la grande quantità di dati degli utenti raccolti da Google nel corso degli anni ha portato a un meccanismo atto a garantire che l’azienda rimanga il motore di ricerca leader nel mondo.

Un dilemma per gli utenti europei: proteggo i miei dati o trovo il ristorante più vicino?

Tuttavia, le nuove modifiche introdotte da Google a causa del DMA comporteranno alcuni compromessi per gli utenti che vogliono proteggere i propri dati.
L’azienda ha fatto notare che se un utente decide di scollegare Search, YouTube e Chrome, ciò influenzerà le raccomandazioni personalizzate su YouTube. 

Se invece Search e Maps vengono scollegati, Google Maps non sarà più in grado di suggerire luoghi (come, ad esempio, ristoranti) in base alle attività precedenti.
Gli utenti di Google dovranno scegliere tra la loro privacy e la comodità di avere i servizi Google connessi tra loro. Ma, almeno in Europa, avranno la possibilità di essere più precisi nel definire dove ‘tracciare la linea’.

Adolescenti e social media: Meta introduce nuovi sistemi di protezione 

Meta, la società dietro Facebook e Instagram, ha annunciato l’introduzione di nuovi strumenti mirati a offrire esperienze online più adeguate all’età degli adolescenti. Queste iniziative, in conformità con le raccomandazioni degli esperti, prevedono l’implementazione di impostazioni di controllo più restrittive per i contenuti su entrambe le piattaforme, oltre a nuovi avvisi per incoraggiare i teenager a regolare le proprie impostazioni sulla privacy.

Obiettivo sicurezza per i più giovani 

L’obiettivo principale di Meta è garantire esperienze online sicure e appropriate all’età degli adolescenti. Per raggiungere questo scopo, l’azienda ha sviluppato oltre 30 strumenti e risorse per sostenere sia gli adolescenti sia i loro genitori. Tali sforzi sono in linea con l’impegno di lunga data di Meta nel gestire contenuti che violano le regole o possono risultare sensibili.

Tra l’altro, recita una nota del colosso tecnologico, Meta si consulta regolarmente con esperti di sviluppo, psicologia e salute mentale degli adolescenti per migliorare la sicurezza e il benessere sui social media. L’azienda vuole comprendere meglio quali contenuti potrebbero essere meno adatti per gli adolescenti e agisce di conseguenza.

Rimozione di contenuti sensibili

Ora, Meta implementa ulteriori livelli di protezione per i contenuti che i ragazzi visualizzano su Instagram e Facebook. Ad esempio, contenuti che richiamano pensieri di autolesionismo verranno rimossi dalle esperienze degli adolescenti. Questa azione si estende ai Feed, alle Storie, a Reels e a Esplora, garantendo una maggiore protezione per gli utenti nell’età più delicata. Rachel Rodgers, Professore Associato presso l’Università Northeastern, commenta positivamente queste politiche, definendole un passo importante per creare spazi online sicuri per gli adolescenti.

Queste politiche sono il risultato di consulenze con esperti e riflettono le conoscenze attuali in materia di sicurezza e benessere dei giovani.

Sostenere le persone in difficoltà

Meta continua a condividere risorse fornite da organizzazioni esperte quando vengono pubblicati contenuti relativi a temi sensibili, come ad esempio i disturbi alimentari. Si tratta di un impegno che ha lo scopo di fornire supporto e informazioni utili alle persone in difficoltà. 

Aggiornamenti delle impostazioni e novità per le ricerche 

Per i minori di 18 anni, Meta attiva automaticamente le impostazioni di controllo dei contenuti più restrittive su Instagram e Facebook. Queste impostazioni, denominate “Controllo dei contenuti sensibili” su Instagram e “Riduci” su Facebook, rendono più difficile incappare in contenuti sensibili nelle sezioni Cerca ed Esplora.

Gli adolescenti riceveranno nuove notifiche per aggiornare su Instagram le impostazioni sulla privacy. Queste notifiche incoraggiano i giovanissimi a vivere l’esperienza in modo più consono alla loro età, limitando chi può ripubblicare, taggare o menzionare i loro contenuti.

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