Monthly Archives: Giugno 2023

Per acquistare sostenibile un italiano su tre pagherebbe di più

Il 31% degli italiani è disposto a pagare di più per gli acquisti sostenibili, anche se ciò ha un impatto sulle proprie finanze. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Ipsos per l’edizione 2023 del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, condotto a maggio 2023 su un campione di 1000 persone over 16.
Inoltre, il 46% degli intervistati accetterebbe di scendere a compromessi sulla qualità del proprio stile di vita se questi andrebbero a beneficio dell’ambiente. Ad esempio, consumando meno energia, mangiando meno carne o limitando la plastica monouso.

Pronti alla sfida, e lo dimostrano nel quotidiano

I dati del sondaggio mettono in evidenza una novità importante: ormai è chiaro ai cittadini che la transizione sostenibile ha un costo, e che perseguirla richiede e richiederà la sottrazione di risorse ad altri ambiti o aumentare il prelievo fiscale, se non addirittura entrambi. Oggi, a 11 anni dalla prima edizione del Salone, gli italiani sono pronti alla sfida e lo dimostrano nel quotidiano. L’89% delle famiglie si impegna nella raccolta differenziata, l’88% nel risparmio energetico, l’87% nel ridurre il consumo idrico. E il 60% acquista prodotti biologici, pur con un’ampia forbice tra chi lo fa abitualmente (19%) e chi ‘abbastanza’ (41%). Il quadro è identico nella scelta dei prodotti del marcato equo e solidale, che si attesta al 56% delle preferenze, con il 17% di consumatori abituali e il 39% che diversifica maggiormente l’acquisto.

Incerti sulla reale efficacia della transizione green 

“Quello che non cambia, invece, è la consapevolezza che abitare il cambiamento è impegnativo e richiede di uscire dalle proprie abitudini – commenta Andrea Alemanno, Principal di Ipsos Strategy3 -. Molti si sentono pronti a ‘traslocare’, ma questa disposizione ideale è frenata dalle conseguenze negative, se comparate con un effetto non altrettanto certo. Infatti per il 58% degli italiani sarà impossibile realizzare transizioni energetiche, ambientali, digitali e sociali senza avere ripercussioni negative su alcuni membri o settori della società. Quasi la metà (45%) si attende ripercussioni limitate e gestibili, e solo il 18% ritiene che i benefici supereranno largamente i disagi. Accelerare questa fase di trasformazione è fondamentale”.

Un Salone dedicato alla Corporate Social Responsability 

Il programma 2023 del Salone della Csr è articolato in 12 aree tematiche che toccheranno diversi ambiti, dalla gestione sostenibile della casa all’innovazione nell’agrifood, dall’energia alla comunicazione e dalla finanza alla cultura. Un tema centrale sarà la valutazione degli impatti generati: anche per questo il Salone promuove la seconda edizione del Premio Impatto.
Dopo il successo del 2022, riferisce Adnkronos, l’augurio è di poter contare sulla partecipazione di un numero sempre maggiore di imprese e associazioni non profit, che raccontino perché è importante misurare il valore creato dalle proprie attività.

Parlamento europeo, prende vita il regolamento sull’Intelligenza Artificiale

l Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale sulla legge sull’Intelligenza Artificiale (AI) con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni, ed è pronto ad avviare i negoziati con gli Stati membri dell’Unione Europea per definire il testo definitivo. Le norme proposte hanno l’obiettivo di garantire che lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in Europa siano conformi ai diritti e ai valori dell’Unione, inclusi la supervisione umana, la sicurezza, la privacy, la trasparenza, la non discriminazione e il benessere sociale e ambientale. 

Un approccio basato sul rischio

Le norme adottano un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per i fornitori e gli operatori di sistemi di IA a seconda del livello di rischio che tali sistemi possono generare. Saranno vietati i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, ad esempio quelli utilizzati per il punteggio sociale (classificazione delle persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali).
I deputati hanno esteso l’elenco dei divieti per includere l’uso intrusivo e discriminatorio dell’IA, ad esempio: l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale e successivo in spazi accessibili al pubblico, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione e orientamento politico; i sistemi di polizia predittiva basati sulla profilazione, la localizzazione o i comportamenti criminali passati; i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e negli istituti di istruzione; l’estrazione indiscriminata di dati biometrici da Internet o da telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy.
Inoltre, riferisce Agi, i deputati desiderano che la classificazione delle applicazioni ad alto rischio includa i sistemi di IA che comportano danni significativi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali delle persone o l’ambiente. Sono stati aggiunti all’elenco dei sistemi ad alto rischio quelli utilizzati per influenzare gli elettori e gli esiti delle elezioni, nonché i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media con oltre 45 milioni di utenti.

Coinvolti anche i fornitori di servizi

I fornitori di modelli di IA, una parte nuova ed in rapida evoluzione nel settore dell’IA, dovranno valutare e mitigare i possibili rischi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali, l’ambiente, la democrazia e lo Stato di diritto. Prima di essere immessi sul mercato europeo, dovranno registrare i loro modelli nella banca dati dell’Unione Europea. I sistemi di IA generativi basati su tali modelli, come ad esempio ChatGPT, dovranno rispettare i requisiti di trasparenza, dichiarando che il contenuto è stato generato dall’IA, aiutando anche a distinguere le immagini deepfake da quelle reali e fornendo salvaguardie per evitare la generazione di contenuti illegali. Sarà inoltre richiesta la pubblicazione di sintesi dettagliate dei dati protetti dal diritto d’autore utilizzati per l’addestramento.
Al fine di promuovere l’innovazione nel campo dell’IA e sostenere le PMI, sono previste esenzioni per le attività di ricerca e le componenti dell’IA fornite con licenze open-source.

Sì alla sperimentazione normativa

La nuova legge promuove anche gli spazi di sperimentazione normativa, ovvero ambienti di vita reale creati dalle autorità pubbliche per testare l’Intelligenza Artificiale prima della sua implementazione.
Infine, i deputati intendono rafforzare il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di IA ad alto rischio con un impatto significativo sui loro diritti fondamentali e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su tali sistemi. L’Ufficio dell’IA dell’Unione Europea sarà incaricato di monitorare l’attuazione delle norme sull’Intelligenza Artificiale.

Sai quanto cibo sprechiamo? 20 chili all’anno!

Ogni famiglia italiana spreca in media quasi 20 chili di cibo all’anno. Il verdetto è stato formulato in base ai dati dell’Osservatorio sprechi alimentari del Crea, presentati dalla Società italiana di nutrizione umana (Sinu) al XLIII congresso nazionale. Per combattere lo spreco alimentare, la Sinu ha sviluppato un decalogo di comportamenti virtuosi, che vanno dalla pianificazione degli acquisti fino al riutilizzo degli avanzi e ai benefici della dieta mediterranea per la salute e il risparmio.

Italiani meno “spreconi” di Spagnoli e Tedeschi

Analizzando nel dettaglio i dati dell’Osservatorio sprechi, emerge che nel 2018 gli italiani hanno sprecato in media 370 grammi di cibo a settimana per famiglia. Questo dato è simile a quello dell’Olanda (365 g/settimana), ma inferiore a quello di Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana). Riguardo alle tipologie di spreco, in Italia si butta principalmente cibo completamente inutilizzato (43,2% rispetto al 31% della quantità sprecata), mentre siamo meno propensi a gettare gli avanzi del piatto (14,6% contro il 20%) e i prodotti aperti ma non ancora scaduti (30,3% contro il 36%). Nel 2021, lo spreco domestico è aumentato arrivando a 420 grammi a settimana per famiglia.

Le famiglie monocomponenti, giovani e benestanti buttano di più 

La dimensione familiare e lo spreco alimentare sono correlati, ma osservando i dati pro-capite si nota una maggiore tendenza allo spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, i segmenti di età più giovane e le famiglie con maggiori disponibilità economiche tendono a sprecare una quota maggiore di cibo. Tuttavia, le famiglie sono consapevoli dell’impatto negativo dello spreco su diversi livelli. L’impatto economico è quello maggiormente percepito (70%), seguito da quello sociale (conseguenze sulla disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Una buona pianificazione evita… la pattumiera

Il decalogo proposto dagli esperti per promuovere comportamenti virtuosi include: pianificare il menù settimanale, definire le quantità da acquistare e cucinare, evitare acquisti d’impulso o in eccesso, fare la spesa dopo aver mangiato e mai a stomaco vuoto, imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono, imparare a leggere le etichette, riutilizzare gli avanzi, seguire la dieta mediterranea, preferire monoporzioni o porzioni ridotte ed educare le nuove generazioni. Si tratta di piccoli gesti, di semplici abitudini da adottare per contrastare un fenomeno davvero “brutto”, oltreché costoso.

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