Monthly Archives: Maggio 2023

Google Feed, qual è il rapporto fra algoritmo e interazioni dell’utente? 

Un nuovo studio condotto da scienziati della Rutgers School of Communication and Information, dell’Università di Stanford e della Northeastern University, pubblicato sulla rivista Nature, ha rivelato che le selezioni effettuate dall’utente sembrano avere un ruolo maggiore dell’algoritmo nelle scelte di notizie inaffidabili fornite dal Google Feed.
Nonostante l’importante ruolo degli algoritmi nella selezione delle notizie proposte agli utenti, riporta un approfondimento ripreso da Agi, poche ricerche si sono focalizzate sull’analisi dei metodi di assortimento del Feed. Il team di ricerca, guidato da Katherine Ognyanova, ha confrontato l’esposizione, ovvero l’insieme di link presenti nei risultati di ricerca, i follow, collegati alle pagine che le persone scelgono di visitare, e il coinvolgimento, cioè l’insieme di siti visitati da un utente durante la navigazione.

L’algoritmo continua a contare, però…

I ricercatori hanno affrontato la preoccupazione di lunga data secondo cui gli algoritmi digitali apprendano dalle preferenze espresse in base alle cronologie e dalle informazioni superficiali per soddisfare gli atteggiamenti e i pregiudizi degli utenti stessi. Secondo gli esperti, i risultati del feed sembrano differire solo leggermente in base alle ideologie politiche di base, ma mostrano differenze significative quando le persone iniziano a visitare determinate pagine web.

C’è un potenziale pericolo?

Questo studio evidenzia che gli algoritmi di Google possono generare risultati polarizzanti e potenzialmente pericolosi, anche se questi emergono in modo uniforme tra gli utenti con opinioni politiche diverse. Il gruppo di ricerca ha raccolto informazioni attraverso due ondate di un sondaggio che ha valutato i risultati di un’estensione del browser progettata per misurare l’esposizione e il coinvolgimento in relazione a determinati contenuti online durante le elezioni statunitensi del 2018 e del 2020.

Cosa rivelano gli URL dei risultati di ricerca

Nell’ambito dell’indagine, 1.021 partecipanti hanno installato un’estensione del browser per Chrome e Firefox che ha registrato gli URL dei risultati di ricerca di Google, la cronologia e una serie di dati relativi ai contenuti visionati dagli utenti. Il sondaggio mirava a distinguere l’orientamento politico dei partecipanti. I risultati hanno mostrato che l’identificazione e l’ideologia politiche non erano correlate all’esposizione e alla qualità delle notizie a cui gli utenti erano esposti.
Al contrario, è emerso un chiaro legame tra l’identificazione politica e l’interazione con contenuti polarizzanti. Katherine Ognyanova commenta: “I motori di ricerca tendono a mostrare alle persone contenuti inaffidabili, ma il nostro lavoro sottolinea che gli utenti stessi e le scelte compiute nel tempo possono influenzare direttamente la tipologia di link che vengono proposti nel proprio Feed”.

Libri usati: li leggono oltre 18 milioni di italiani

Sono sempre di più gli italiani che scelgono di rivolgersi al mercato second hand per acquistare i libri. E tra i generi letterari preferiti spiccano in particolare i grandi classici della letteratura, apprezzati da oltre 18 milioni di lettori italiani (47,8%). Ben posizionati risultano però anche i saggi e i libri per bambini, rispettivamente scelti da 8,9 milioni (23,6%) e 7,6 milioni (20,2%) di utenti.
Emerge da un’indagine sulle abitudini e i comportamenti di acquisto degli utenti italiani legati al mondo dei libri condotta, in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino, da Wallapop, piattaforma per la compravendita di prodotti second hand, in collaborazione con Mup.

Con il second hand è facile imbattersi in offerte imperdibili

Sull’aspetto e lo stato del volume acquistato gli italiani sembrano dividersi. Infatti 16,5 milioni di italiani (43,6%) si rivolge a libri usati con un atteggiamento tollerante verso scritte o sottolineature, mentre quasi 16 milioni (42%) preferiscono che il libro sia il più possibile simile a un libro nuovo.
Proprio come accade per l’editoria scolastica, anche per i testi più tradizionali ad attirare maggiormente verso la possibilità di acquisto di seconda mano è il vantaggio di poter ammortizzare la spesa, e imbattersi in offerte imperdibili. Sono infatti 16,5 milioni gli italiani (43%) che affermano di riservare all’acquisto dei volumi usati lo stesso budget stanziato per libri nuovi, ma con la possibilità di portarsi a casa un maggior numero di articoli.

Un canale perfetto per appassionati di libri rari o antichi 

Tra i compratori second hand non mancano gli appassionati di edizioni antiche o rare, che attraverso questo canale hanno la possibilità di reperire volumi particolari o ricercati. E ad amare e collezionare libri rari o antichi sono 6,9 milioni di italiani, pari al 18,2% degli intervistati. Circa 5 milioni di italiani (13%), inoltre, approfittano delle occasioni legate al second hand per portarsi a casa un libro di cui non si è del tutto convinti. A lettura conclusa è certamente più soddisfacente sapere di non aver ‘perso’ del tutto i propri soldi con un libro che non ha soddisfatto del tutto le aspettative.

Tenere il libro o rivenderlo? Dipende

Tra acquisto e rivendita le opinioni degli italiani sono polarizzate: oltre 24 milioni (63,2%) conservano il libro una volta letto, soprattutto se si tratta di un testo apprezzato, e solo 3,8 milioni (10,2%) lo rivende subito, magari per comprarne un altro con quanto appena guadagnato.
Sono proprio le piattaforme di compravendita second hand a risultare ideali in questo senso. L’immediatezza d’uso e la facilità nelle spedizioni e nel pagamento, riferisce Adnkronos, hanno contribuito a renderle il mezzo preferito dagli utenti per la ricerca di acquisto e vendita di libri, come affermano oltre 13 milioni di italiani (34,8%). Al secondo posto per preferenza ci sono ancora i negozi fisici, utilizzati da circa 12 milioni di italiani (32,2%), a cui si affiancano le bancarelle di libri usati, amate da 11 milioni di utenti (29,2%).

Mangiare bene? Non c’è dubbio, è mangiare italiano

Il Made in Italy è un valore importante in tanti settori della nostra attività produttiva, dalla moda al design, fino a tante realtà grandi e piccole del settore manifatturiero. Un’evidenza che può incoronare gli italiani come ‘campioni del buon gusto’.
Gli italiani, quindi, come confermano i dati della ricerca Eumetra, ‘Benessere e Sostenibilità’, sanno che uno degli ingredienti fondamentali dello stare bene risiede nel mangiare meglio, con prodotti di buona qualità. Ma cosa significa mangiare meglio? Lontani dal conoscere la ricetta’ giusta, anche perché gli italiani sono convinti che esistano soluzioni e idee diverse, adeguate a diversi convincimenti, fasi della vita, ma anche portafogli, uno degli aspetti su cui sembra esserci maggiore convergenza è quello del scegliere di ‘mangiare locale’, ovvero, italiano.

Comprare prodotti del territorio e consumare meno cibi entici

Tra i tanti ambiti, uno in cui sicuramente eccelliamo è il settore agroalimentare, e questo gli italiani lo sanno bene. Quando si tratta di sottolineare, arricchire, valorizzare l’italianità di un prodotto o di una filiera, sono tutti d’accordo. Gli ultimi difficili anni sembrano averci resi ancora più consapevoli di questa nostra ricchezza.
Tre dati in particolare, provenienti dall’ultima edizione di Benessere e Sostenibilità, permettono di fotografare questo fenomeno. Il primo è la prossimità. Il 56% del campione dichiara di comprare prevalentemente prodotti del proprio territorio, e solo l’11% non lo fa.
Inoltre, il 66% oggi consuma di più prodotti 100% italiani, mentre il 25% a volte sceglie italiano e a volte no, e solo il 9% dichiara di non essere d’accordo. Infine, il 73% sostiene di avere in qualche modo ridotto il consumo di cibi nuovi, stranieri o etnici.

Un plebiscito negli stili alimentari

In particolare, l’adesione ai prodotti 100% italiani diventa una sorta di plebiscito negli stili alimentari che lo studio individua come i più interessanti ed evolutivi. È infatti d’accordo il 70% del cosiddetto Stile Armonico e l’83% dello Stile Pioniere, che di tutti gli stili alimentari è il più interessante, perché più progettuale, intelligente, attento, anticipatore delle mode e proteso verso il futuro. A questi, si aggiunge anche il 77% delle Elite Socioculturali, uno degli Stili di Comunicazione rilevati dalla ricerca.

Una bella notizia per le aziende agroalimentari

Sembra decisamente una bella notizia. Mangiare meglio, tra le varie sfumature, significa scegliere alimenti di provenienza sicura certa, certificata. In una parola, del nostro Paese. E più siamo persone consapevoli, più pensiamo che l’italianità alimentare sia un valore. Le nostre aziende hanno di che rallegrarsi, e indirizzare ai consumatori politiche di marketing adeguate.

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