Cosa succede alle caselle mail dopo la nostra morte? Il caso americano

L’argomento è macabro, siamo d’accordo. Ma è di stretta attualità in un’epoca in cui tutto scorre velocemente, non abbiamo tempo di pensare quasi a nulla che non sia l’immediato e soprattutto molto di quello che riguarda la nostra vita è anche nel mondo virtuale. Ecco perché la domanda “cosa succede alle nostre mail dopo la morte?” non è poi così balzana o inopportuna come potrebbe sembrare. Se lo è chiesta anche la scrittrice-avvocato Ephrat Livni in un articolo pubblicato da Quartz, testata specializzata in new economy, riporta Askanews. Le nostre mail, si interroga l’autrice, potranno essere lette dai familiari? Saranno accessibili a una persona scelta da noi quando eravamo in vita?

Il caso che ha fatto nascere il quesito

Negli Stati Uniti c’è un caso che ha fatto molto discutere e che ancora sta tenendo banco. Si tratta di una vicenda risalente all’ormai lontano 2009, dopo la morte improvvisa di Robert Ajemian, scomparso a 43 anni in un incidente in bicicletta. Siccome il defunto non aveva lasciato un testamento, i fratelli erano stati nominati per legge amministratori del patrimonio.

Le chiavi per accedere ai conti nascoste nelle mail

Per la gestione e la divisione delle proprietà del fratello morto, gli eredi avevano la necessità di accedere alle mail di un account Yahoo. La società ha però negato l’accesso, sostenendo che si sarebbe trattato di una doppia violazione: quella delle misure per proteggere la privacy contenute nello ‘Stored Communications Act’ (SCA, 21 ottobre 1986) e anche quella dei termini di servizio dell’azienda.

La sentenza dei giudici

Il caso è arrivato davanti al tribunale. I giudici si sono espressi: pur ribadendo che la riservatezza vada sempre mantenuta come principio, esiste però anche un interesse pubblico che può giustificare l’accesso alle mail. E’ appunto il caso di un defunto che non lascia testamento o volontà espresse in merito ai suoi averi. La Corte d’Appello del Massachusetts dello scorso 16 ottobre ha quindi deciso che l’esecutore testamentario può entrare nella posta elettronica del defunto per cercare di capire le sue volontà.

Violazione dei termini di servizio?

La questione, decisamente delicata, non si è però esaurita con questa sentenza. Resta ancora sul tavolo la violazione dei termini di servizio: Yahoo avrebbe il diritto di respingere una richiesta di accesso. In questo caso, servirà l’intervento di un tribunale ordinario per decidere come muoversi. Quello che accadrà potrebbe fare giurisprudenza anche per il futuro e diventare la “strada” per casi analoghi.

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