Category Archives: Approfondimenti

La sicurezza delle donne? Una priorità sociale

La sicurezza delle donne è un imperativo categorico per raggiungere la piena parità di genere, a maggior ragione in una società che dovrebbe essere civile. Tuttavia, una recente ricerca condotta da BVA Doxa ed Europ Assistance Italia mette in luce una realtà sconcertante: nonostante l’attenzione crescente, persistono le minacce alla sicurezza personale femminile.

L’emergenza è evidente sin dalle prime risposte: otto donne su dieci considerano la sicurezza femminile estremamente importante, sia a livello individuale che sociale. Si tratta dunque di un tema che richiede quindi azioni concrete e immediate.

Cosa non va nelle attuali misure

La ricerca rivela un diffuso dissenso sulle attuali misure di protezione e sulle pene per gli atti di violenza. Circa il 70% del campione le considera inefficaci e inadeguate. La scarsa fiducia nelle istituzioni giudiziarie e politiche aggrava ulteriormente il percepito.

L’allerta resta alta 

Nonostante i passi in avanti dell’emancipazione femminile, il 59% delle intervistate non ritiene che questo abbia ridotto i rischi per la propria sicurezza. In particolare, le intervistate riconoscono una problematica nell’assenza di percorsi educativi e di sensibilizzazione sul tema. L’allerta resta molto alta, anche perchè una donna su due non si sente adeguatamente protetta nel proprio ambiente, soprattutto nelle grandi città. Determinate aree urbane e gli orari serali e notturni generano le maggiori preoccupazioni. Addirittura 4 donne su 10 non si sentono tranquille nemmeno sui mezzi pubblici, mentre circa 1/3 del campione manifesta timori anche riguardo al mondo dei social network.

L’impatto sulla vita quotidiana

Il 40% delle donne vive con la costante preoccupazione per la propria sicurezza. Un sentimento che influenza negativamente lo stile di vita e diverse abitudini. Molte ragazze si sentono costrette a evitar comportamenti considerati “rischiosi”, come frequentare determinate zone della città o interagire con gli sconosciuti.

Pochissime denunce

Il 59% delle donne ha subito almeno un episodio di violenza nella propria vita, spesso di natura psicologica o verbale. Tuttavia, solo una minoranza ha denunciato tali eventi alle autorità competenti. Questo dato mette in tragica evidenza come sia difficile, per tanti motivi, l’accesso alla giustizia. In conclusione, la ricerca evidenzia la necessità di interventi immediati e mirati per garantire la sicurezza delle donne, fondamentale per una società equa e sana.

Italiani sempre più social: WhatsApp la piattaforma preferita, TikTok conquista posizioni

Gli italiani continuano a dimostrarsi dei fedeli utilizzatori della rete, con una particolare predilezione per i social. Lo evidenzia il report Digital 2024, pubblicato a febbraio da We Are Social in collaborazione con Meltwater. Il rapporto segnala infatti che i nostri connazionali trascorrono più tempo sui social rispetto all’anno precedente (circa 1 minuto in più al giorno), incrementando così la loro quota di tempo complessiva, che comunque rimane al di sotto delle 6 ore.

Aumenta di un minuto anche il tempo dedicato quotidianamente all’ascolto di musica in streaming. Contestualmente, si registra una diminuzione del numero di persone connesse a Internet, con un calo dell’0,3% anno su anno.

Perchè si va on line

Le principali motivazioni che spingono gli italiani ad accedere all’online non subiscono cambiamenti significativi: la ragione più importante si conferma la ricerca di informazioni, sia in senso generale (73%), sia per rimanere aggiornati su cosa accade nel mondo (67,5%), sia per tutorial (62,8%). A livello globale, i servizi digitali più utilizzati sono le app di chat e messaggistica (96,7%), seguite dai social network (94,6%). Tuttavia, la terza posizione nella classifica italiana è occupata dai servizi di shopping, aste e annunci (90,4%), mentre a livello globale questa posizione è ricoperta dai motori di ricerca.

Prosegue il forte consumo di contenuti video: il 91% delle persone dichiara di guardare contenuti dinamici, con una crescita dello 0,4% anno su anno. A trainare questa tendenza sono soprattutto contenuti comici, meme e video virali (+3,7%), oltre ai video musicali (+0,4%). Cresce anche il consumo di highlights e contenuti sportivi (+2,4%), recensioni di prodotti (+1,7%) e video educativi (+0,6%).

Più tempo speso sui social 

In Italia, sono quasi 43 milioni le persone attive sui social, con una penetrazione che si avvicina al 73% ed egualmente divisa fra uomini e donne. Anche se i social rimangono una passione italiana, rispetto all’anno scorso si assiste a un calo dell’2,5% degli utilizzatori. Un calo però compensato dall’aumento del tempo dedicato ai social quotidianamente. Secondo l’analisi di quest’anno, TikTok è l’app di social media su cui le persone trascorrono più tempo, restando sulla piattaforma una media di 32 ore e 12 minuti al mese. Al secondo posto, ma a molta distanza, si piazza  YouTube (18 ore e 15 minuti) e al terzo Facebook (16 ore e 37 minuti).

Le motivazioni dietro all’utilizzo dei social

Le principali motivazioni che spingono le persone a utilizzare i social sono legate all’informazione, al tempo libero e alle relazioni con gli altri (tutte sopra il 40%). È interessante notare come l’intrattenimento puro sia l’unica motivazione in crescita rispetto all’anno precedente (+1,4 punti percentuali). Alle spalle, c’è la ricerca di ispirazione per attività o acquisti (entrambe intorno al 30%).

Meta regina del mondo social

Meta domina la classifica delle piattaforme social più utilizzate: WhatsApp si attesta al 90,3% tra le persone dai 16 ai 64 anni, in aumento rispetto all’anno precedente (+1,3 pp). Seguono Facebook e Instagram, con il 77,5% e il 73,5% rispettivamente. Subito dopo, c’è Messenger, usata dal 50,2%, e Telegram, la piattaforma più utilizzata al di fuori dell’ecosistema Meta (47,7%). TikTok è utilizzata dal 40,8% delle persone, con un aumento rispetto all’anno scorso (+2,8).

WhatsApp è anche la piattaforma social preferita dagli italiani (40,7%). La classifica dei social preferiti presenta leggere variazioni rispetto all’anno precedente, con Instagram che supera Facebook al secondo posto (23,5%). TikTok e Telegram invertono la posizione, così la piattaforma di video brevi sale al quarto posto (6,8%). 

Adolescenti e social media: Meta introduce nuovi sistemi di protezione 

Meta, la società dietro Facebook e Instagram, ha annunciato l’introduzione di nuovi strumenti mirati a offrire esperienze online più adeguate all’età degli adolescenti. Queste iniziative, in conformità con le raccomandazioni degli esperti, prevedono l’implementazione di impostazioni di controllo più restrittive per i contenuti su entrambe le piattaforme, oltre a nuovi avvisi per incoraggiare i teenager a regolare le proprie impostazioni sulla privacy.

Obiettivo sicurezza per i più giovani 

L’obiettivo principale di Meta è garantire esperienze online sicure e appropriate all’età degli adolescenti. Per raggiungere questo scopo, l’azienda ha sviluppato oltre 30 strumenti e risorse per sostenere sia gli adolescenti sia i loro genitori. Tali sforzi sono in linea con l’impegno di lunga data di Meta nel gestire contenuti che violano le regole o possono risultare sensibili.

Tra l’altro, recita una nota del colosso tecnologico, Meta si consulta regolarmente con esperti di sviluppo, psicologia e salute mentale degli adolescenti per migliorare la sicurezza e il benessere sui social media. L’azienda vuole comprendere meglio quali contenuti potrebbero essere meno adatti per gli adolescenti e agisce di conseguenza.

Rimozione di contenuti sensibili

Ora, Meta implementa ulteriori livelli di protezione per i contenuti che i ragazzi visualizzano su Instagram e Facebook. Ad esempio, contenuti che richiamano pensieri di autolesionismo verranno rimossi dalle esperienze degli adolescenti. Questa azione si estende ai Feed, alle Storie, a Reels e a Esplora, garantendo una maggiore protezione per gli utenti nell’età più delicata. Rachel Rodgers, Professore Associato presso l’Università Northeastern, commenta positivamente queste politiche, definendole un passo importante per creare spazi online sicuri per gli adolescenti.

Queste politiche sono il risultato di consulenze con esperti e riflettono le conoscenze attuali in materia di sicurezza e benessere dei giovani.

Sostenere le persone in difficoltà

Meta continua a condividere risorse fornite da organizzazioni esperte quando vengono pubblicati contenuti relativi a temi sensibili, come ad esempio i disturbi alimentari. Si tratta di un impegno che ha lo scopo di fornire supporto e informazioni utili alle persone in difficoltà. 

Aggiornamenti delle impostazioni e novità per le ricerche 

Per i minori di 18 anni, Meta attiva automaticamente le impostazioni di controllo dei contenuti più restrittive su Instagram e Facebook. Queste impostazioni, denominate “Controllo dei contenuti sensibili” su Instagram e “Riduci” su Facebook, rendono più difficile incappare in contenuti sensibili nelle sezioni Cerca ed Esplora.

Gli adolescenti riceveranno nuove notifiche per aggiornare su Instagram le impostazioni sulla privacy. Queste notifiche incoraggiano i giovanissimi a vivere l’esperienza in modo più consono alla loro età, limitando chi può ripubblicare, taggare o menzionare i loro contenuti.

Lavoro flessibile, cosa cambia nel 2024?

E’ stato ed è ancora uno dei “temi” più caldi degli ultimi anni. Stiamo parlando dello smart working che, ovviamente, ha necessità di avere norme e regole precise. Cosa accadrà quindi nel 2024?
Nel contesto dell’evoluzione del lavoro flessibile, nel prossimo futuro si prospettano cambiamenti significativi.
Questo in virtù di un emendamento approvato durante la conversione in legge del Decreto Anticipi in commissione Bilancio al Senato. Le principali novità riguardano i dipendenti del settore privato con figli minori e coloro definiti ‘fragili’ sul piano lavorativo. 

Il futuro smart dei lavoratori con figli under 14

Nel dettaglio, i genitori con figli fino ai 14 anni nel settore privato avranno il diritto di aderire allo smart working fino al 31 marzo 2024, a patto che la natura del loro lavoro lo permetta e non comporti un cambio di mansioni. Un requisito ulteriore è che entrambi i genitori siano occupati e non ricevano alcun tipo di sostegno al reddito. È importante sottolineare che l’entrata in vigore di questo emendamento è ancora in attesa di approvazione definitiva.

E per quelli fragili  

Per quanto riguarda i lavoratori considerati ‘fragili’, il diritto allo smart working è garantito solo fino al 31 dicembre 2023. Al momento, non sono state comunicate ulteriori proroghe, e per i cosiddetti ‘super fragili’, individuati dal decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, è prevista la possibilità di cambiare mansioni nel caso in cui il loro ruolo non sia adatto al lavoro da remoto.

Accordi individuali per le aziende del privato

Attualmente, le normative in vigore stabiliscono che lo smart working non è obbligatorio per le aziende del settore privato. Nel caso in cui venga adottato, è necessario stipulare un accordo individuale con i dipendenti, trasmettere i dati al Ministero del Lavoro e rispettare le priorità legali.

Inoltre, per i dipendenti del settore privato con figli fino a 14 anni, è prevista la possibilità di lavorare in modalità agile fino al 31 marzo 2024, a condizione che la loro mansione lo consenta e che l’altro genitore sia occupato. Per i lavoratori fragili, lo smart working è permesso fino al 31 dicembre 2023, con la possibilità di cambio di mansioni per i super-fragili.

La legge di conversione del Decreto Anticipi è attualmente in discussione al Senato e dovrà essere approvata anche dalla Camera, con una scadenza fissata per il 18 dicembre. È da considerare che possano verificarsi ulteriori modifiche nella regolamentazione dello smart working.

Big Data: il mercato cresce del +18% e arriva a 2,85 miliardi

Secondo i risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano nel 2023 il mercato dei Big Data in Italia raggiunge il valore di 2,85 miliardi di euro.

La spesa delle aziende in infrastrutture, software e servizi per la gestione e l’analisi dei dati cresce del +18%, di cui l’83% è imputabile a grandi imprese, e il 17% a microimprese e Pmi.
La crescita del mercato è trainata dalla componente Cloud (27%), particolarmente marcata nel settore manifatturiero e nel comparto Telco e Media. Il manifatturiero registra inoltre la dinamica di crescita più elevata (+25%), mentre risultano in linea con la crescita del mercato GDO/Retail, PA e Sanità. Banche, Telco e Media i comparti che spendono di più in relazione al budget ICT.

Data Strategy Index e figure professionali più diffuse

Secondo il Data Strategy Index cresce la percentuale di grandi aziende italiane di livello avanzato (20% vs 15% nel 2022), ma un terzo (32%) è ancora immaturo o ai primi passi.
All’interno delle organizzazioni sono ormai diffuse figure professionali per la valorizzazione dei dati. Il 77% delle grandi aziende ha già un Data Analyst, il 49% un Data Scientist e il 59% un Data Engineer. Tuttavia, il 77% ha difficoltà a trovare le figure richieste.

Sul fronte delle Pmi, 4 su 10 non hanno alcuna figura dedicata, neanche parzialmente, all’analisi dei dati.
Il 57% si è dotata di un software di data Visualization & Reporting (+8% sul 2022), ma si tratta per lo più di un utilizzo sporadico, con investimenti molto contenuti. Il foglio elettronico rimane ancora estremamente diffuso.

L’interesse non corrisponde sempre a un cambio di rotta

“Nel 2023 cresce la spesa per gli Analytics, e il livello di maturità delle imprese italiane nella gestione dei dati – spiega Alessandro Piva, responsabile della ricerca dell’Osservatorio -. Tuttavia, il forte interesse non corrisponde sempre a un cambio di rotta decisivo: sono ancora una minoranza le organizzazioni con una Data Strategy di livello corporate. Serve un ulteriore salto per cogliere le opportunità offerte dalle nuove frontiere tecnologiche, tra tutte l’Intelligenza artificiale generativa. Le aziende più mature stanno già sperimentando nell’ambito gestione e analisi dei dati con la Generative AI, alla ricerca di nuove strade per estrarre insight di valore da dati non strutturati o migliorare il processo di gestione e analisi”.

Il ruolo decisivo della Generative AI

“Il grande interesse suscitato nel 2023 per la Generative AI ha contribuito ad accendere i riflettori sull’importanza di avere a disposizione dati di buona qualità, fondamenta per rendere affidabili, e dunque utilizzabili, i risultati degli algoritmi – aggiunge Carlo Vercellis, responsabile scientifico -. Mentre l’innovazione avanza, però, la situazione di incertezza economica e geopolitica rischia di far ritardare gli investimenti, non tecnologici, ma soprattutto organizzativi e culturali, per proseguire nel percorso di valorizzazione dei dati. L’obiettivo delle imprese deve essere quello di costruire una buona data experience, intesa come l’esperienza complessiva di un utente in ogni fase di relazione con i dati, capace di fare la differenza nell’impatto di soluzioni di Analytics”.

La sostenibilità passa anche per il packaging

La filiera agroalimentare non sfugge dallo scacchiere delle responsabilità della crisi climatica, tanto da essere considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change, dietro a industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma. In cima alle azioni di sostenibilità che le aziende agroalimentare possono intraprendere c’è la riduzione di materiali impiegati nel confezionamento del prodotto, o la sostituzione dei materiali plastici presenti negli imballaggi. Insomma, il packaging. Tra le aziende intervistate dalla quarta edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, realizzato da Nomisma, è stato rilevato un impegno proprio per il recupero e il riuso degli imballaggi, o il ricorso a materiali in grado di garantire un minor impatto ambientale.

Come valutare la sostenibilità della confezione?

Per ridurre i rifiuti generati dal packaging dei prodotti, e aumentare la quantità di confezionamento riciclato, le caratteristiche più ricercate dagli italiani sono assenza di overpackaging (58%), totale riciclabilità (56%), ridotte quantità di plastica (47%), basse emissioni di CO2 (46%) e utilizzo di materiale riciclato (45%). Per i manager coinvolti dalla ricerca, invece, le caratteristiche di sostenibilità del packaging devono essere oggettive e misurabili, adottate solo dopo studi e valutazioni scientifiche dell’effettivo impatto dell’imballaggio sull’ambiente. In particolare, i criteri principali in base ai quali l’impresa valuta la sostenibilità del packaging sono la riduzione delle emissioni di CO2, la riciclabilità dei materiali e l’impiego di materiali di riciclo.

Formare, informare e comunicare 

La valorizzazione delle azioni svolte dalle aziende in fatto di tutela dell’ambiente non riguarda solo il posizionamento del brand, ma anche l’informazione. In pratica, “trasmettere ai consumatori le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta di acquisto di un prodotto in alternativa a un altro possa generare un diverso impatto sull’ambiente”, spiega Valentina Quaglietti, Head of Customer Observatories di Nomisma. Le informazioni circa lo smaltimento e il riciclo, la riduzione del materiale impiegato e la sostenibilità delle fonti energetiche e delle materie prime usate sono quindi i principali argomenti da comunicare al consumatore. Principalmente, tramite le etichette e i canali social dell’azienda.

Supportare il raggiungimento degli obiettivi ONU 2030

“Per le sue caratteristiche tecniche il packaging può rappresentare un valido supporto al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 – aggiunge Quaglietti -. D’altro canto gli obiettivi dell’Agenda 2030 rendono necessario un approccio sostenibile dei modelli di produzione, consumo e riciclo del packaging. Un orientamento allo sviluppo sostenibile economico, ambientale e sociale che coinvolge mondo produttivo, società civile, istituzioni nazionali e sovranazionali”.
In particolare, l’Osservatorio pone l’attenzione sugli obiettivi che interessano, in maniera diretta o indiretta, Sicurezza alimentare (Sustainable Development Goal 2), Modelli sostenibili di produzione e consumo (Goal 12), Preservare le risorse marine (Goal 14) e Contrasto alla desertificazione (Goal 15).

Parlamento europeo, prende vita il regolamento sull’Intelligenza Artificiale

l Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale sulla legge sull’Intelligenza Artificiale (AI) con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni, ed è pronto ad avviare i negoziati con gli Stati membri dell’Unione Europea per definire il testo definitivo. Le norme proposte hanno l’obiettivo di garantire che lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in Europa siano conformi ai diritti e ai valori dell’Unione, inclusi la supervisione umana, la sicurezza, la privacy, la trasparenza, la non discriminazione e il benessere sociale e ambientale. 

Un approccio basato sul rischio

Le norme adottano un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per i fornitori e gli operatori di sistemi di IA a seconda del livello di rischio che tali sistemi possono generare. Saranno vietati i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, ad esempio quelli utilizzati per il punteggio sociale (classificazione delle persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali).
I deputati hanno esteso l’elenco dei divieti per includere l’uso intrusivo e discriminatorio dell’IA, ad esempio: l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale e successivo in spazi accessibili al pubblico, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione e orientamento politico; i sistemi di polizia predittiva basati sulla profilazione, la localizzazione o i comportamenti criminali passati; i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e negli istituti di istruzione; l’estrazione indiscriminata di dati biometrici da Internet o da telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy.
Inoltre, riferisce Agi, i deputati desiderano che la classificazione delle applicazioni ad alto rischio includa i sistemi di IA che comportano danni significativi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali delle persone o l’ambiente. Sono stati aggiunti all’elenco dei sistemi ad alto rischio quelli utilizzati per influenzare gli elettori e gli esiti delle elezioni, nonché i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media con oltre 45 milioni di utenti.

Coinvolti anche i fornitori di servizi

I fornitori di modelli di IA, una parte nuova ed in rapida evoluzione nel settore dell’IA, dovranno valutare e mitigare i possibili rischi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali, l’ambiente, la democrazia e lo Stato di diritto. Prima di essere immessi sul mercato europeo, dovranno registrare i loro modelli nella banca dati dell’Unione Europea. I sistemi di IA generativi basati su tali modelli, come ad esempio ChatGPT, dovranno rispettare i requisiti di trasparenza, dichiarando che il contenuto è stato generato dall’IA, aiutando anche a distinguere le immagini deepfake da quelle reali e fornendo salvaguardie per evitare la generazione di contenuti illegali. Sarà inoltre richiesta la pubblicazione di sintesi dettagliate dei dati protetti dal diritto d’autore utilizzati per l’addestramento.
Al fine di promuovere l’innovazione nel campo dell’IA e sostenere le PMI, sono previste esenzioni per le attività di ricerca e le componenti dell’IA fornite con licenze open-source.

Sì alla sperimentazione normativa

La nuova legge promuove anche gli spazi di sperimentazione normativa, ovvero ambienti di vita reale creati dalle autorità pubbliche per testare l’Intelligenza Artificiale prima della sua implementazione.
Infine, i deputati intendono rafforzare il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di IA ad alto rischio con un impatto significativo sui loro diritti fondamentali e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su tali sistemi. L’Ufficio dell’IA dell’Unione Europea sarà incaricato di monitorare l’attuazione delle norme sull’Intelligenza Artificiale.

Smartphone: primo trimestre 2023 a -12%

Secondo i dati della società di analisi Canalys nel primo trimestre 2023 il mercato degli smartphone ha registrato un calo del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta del quinto trimestre consecutivo col segno meno, l’ennesimo calo, che per il settore degli smartphone sta diventando la nuova normalità. Samsung però riporta un leggero miglioramento, e torna in vetta alla classifica con una quota di mercato del 22% (era al 20% nel trimestre precedente) superando Apple, che scende dal 25 al 21%. Sul terzo gradino del podio Xiaomi, con una quota di mercato dell’11%, seguita da Oppo (10%) e Vivo (8%).

5G e pieghevoli trainano il mercato

Insomma, la domanda degli smartphone è ancora debole, specie nel segmento di fascia bassa, di conseguenza le scorte sono state ridotte e la produzione è stata mantenuta a livelli bassi.
A trainare il mercato, gli smartphone con supporto alla connettività 5G e i pieghevoli, segmento che al momento non conosce crisi. Le previsioni per il secondo trimestre sembrano però essere positive, anche se bisogna restare cauti. Secondo gli ultimi risultati preliminari, Samsung si avvia a chiudere il primo trimestre dell’anno con il peggior risultato dal 2009, appesantito dalle perdite generate dalla sua divisione di semiconduttori, mentre secondo i dati della società di analisi Idc, nei primi tre mesi del 2023 Apple ha registrato un calo delle consegne di personal computer del 40,5%, riferisce Ansa.

Un calo atteso, ridotte le scorte

“Il declino del mercato degli smartphone nel primo trimestre 2023 rientrava nelle aspettative di tutto il settore – spiega l’analista di Canalys, Sanyam Chaurasia -. Nonostante le riduzioni di prezzo e le forti promozioni da parte dei venditori, la domanda dei consumatori è rimasta debole, in particolare nel segmento di fascia bassa a causa dell’elevata inflazione che ha colpito la fiducia e la spesa. Inoltre, il continuo rallentamento della domanda degli utenti finali ha innescato un’importante ondata di riduzione delle scorte lungo l’intera catena di approvvigionamento, con canali che riducono i livelli di inventario per garantire le operazioni. Per mantenere un basso livello di volume di vendita, i fornitori hanno continuato a utilizzare tecniche di produzione caute, che hanno avuto un impatto negativo a lungo termine sulla catena di fornitura dei componenti”.

Spedizioni globali di pc -28%

Una ricerca Counterpoint, intanto, rivela che nel primo trimestre 2023 le spedizioni globali di pc sono diminuite del 28% su base annua, registrando i numeri trimestrali più bassi degli ultimi 10 anni, escluso il primo trimestre 2020, quando la pandemia ha interrotto la produzione. Il calo del primo trimestre 2023 è dovuto al continuo ritardo nella ripresa della domanda a causa di una correzione delle scorte, tuttavia, regna un cauto ottimismo. Counterpoint ritiene che il mercato complessivo dei pc inizierà a riprendersi gradualmente nella seconda metà del secondo trimestre 2023, il che aprirà la strada a uno slancio relativamente più forte nel secondo semestre dell’anno.

Customer Engagement, il rapporto con il cliente è la chiave del successo

Il Customer Engagment è oggi l’aspetto strategico più importante in tutte le fasi del processo di acquisto. Di cosa si tratta?  In termini molto semplici , è l’esperienza che il cliente ha prima, durante e dopo l’acquisto. E’ il rapporto che si instaura fra l’azienda e l’acquirente: un rapporto che dovrebbe essere piacevole, soddisfacente e generare una profonda fidelizzazione.  
Ecco perchè le aziende non possono più saltare questo passaggio. 

Quanto conta l’esperienza complessiva? 

In qualsiasi processo di acquisto, il prodotto o il servizio giocano naturalmente un ruolo chiave nelle scelte dei consumatori. Ma oggi l’esperienza complessiva offerta da un’azienda o da un marchio è altrettanto cruciale. Che si tratti di un acquisto in un negozio fisico o in uno store online, la relazione che si instaura con il cliente influenza in modo determinante il suo comportamento presente e futuro. Il customer engagement, che letteralmente significa “coinvolgimento del cliente”, si riferisce proprio a tutte le  attività volte a creare e consolidare il rapporto con il cliente finale. Ed è diventato un assett strategico.  

Quali sono le attività di Customer Engagement? 

Le attività di customer engagement  dovrebbero essere finalizzate a creare conversazioni di qualità con il cliente, che a sua volta deve sapere come e quando interagire con l’azienda. Per fare ciò, è possibile utilizzare gli strumenti di messaggistica, e fornire strumenti basati sul mobile come  WhatsApp o SMS, offrendo agli utenti la possibilità di comunicare con l’azienda nel modo più semplice e personalizzato possibile. In tutte le fasi dell’acquisto. A sottolineare l’importanza di questo canale di comunicazione, una recente indagine di Esendex rivela che nell’ultima settimana quasi sette italiani su dieci (il 66%, e oltre il 44% solo negli ultimi tre giorni) hanno contattato, per varie ragioni, un’azienda. Tenuto conto del ruolo che lo smartphone ha stabilmente assunto nelle relazioni con familiari, amici e colleghi, diventa evidente la necessità di utilizzare al meglio i canali di messaggistica per “avvicinare” l’azienda al cliente e rafforzarne la relazione.

Far leva sul Conversational Messaging

“Per aumentare il valore delle conversioni è sempre più necessario creare conversazioni di valore, durante tutto il processo d’acquisto”, dichiara Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex Italia, che continua: “In un mondo ormai intrinsecamente mobile, in un’ottica di Customer Engagement una delle strategie più efficaci consiste oggi nel far leva sul Conversational Messaging che consente di dar vita a conversazioni del tutto personalizzate e favorire un rapporto di fiducia tra il cliente e l’azienda, rendendola ai suoi occhi più efficiente e familiare”.

Ascoltare storie in cuffia: tra gli italiani spopola il podcast 

Che si tratti di podcast, audiolibri o serie audio gli italiani amano sempre più ascoltare le storie con le cuffie, partecipando a un fenomeno globale che conta sempre più appassionati. Secondo una ricerca interna di Audible nel 2022 sono state oltre 35 milioni le ore di contenuti audio ascoltate sulla piattaforma di proprietà Amazon. Ma cosa scelgono gli ascoltatori italiani per informarsi, o semplicemente distrarsi dalle preoccupazioni? Audible Compass 2022, l’indagine internazionale realizzata da Kantar per conto di Audible, descrive le abitudini di ascolto degli utenti di contenuti audio, e conferma come l’ascolto per noi italiani sia ormai un’abitudine consolidata. Il 65% degli intervistati segue infatti regolarmente serie audio, ascolta audiolibri o podcast.

Intrattenersi, ma anche imparare qualcosa di nuovo

Mossi sicuramente dal desiderio di intrattenersi, ma anche da quello di imparare qualcosa di nuovo, esattamente come per gli ascoltatori di tutto il mondo, per noi italiani c’è anche la ricerca del relax tra le principali ragioni di ascolto di contenuti audio (60%), oltre al bisogno di evadere dalle preoccupazioni quotidiane (65%) rifugiandosi tra le cuffie. C’è però anche un altro motivo che spinge sempre più italiani verso i contenuti audio, ed è la volontà di ridurre il cosiddetto ‘screen time’ giornaliero, indicato dal 61% degli intervistati (contro il 56% di media globale). Via, quindi, da smartphone, pc e tv, che portano a passare molto tempo davanti a uno schermo.

A casa, in auto o sui mezzi pubblici

E se per il 64% degli intervistati la casa si conferma il luogo ideale per intrattenersi con i contenuti audio, le storie da ascoltare in cuffia si dimostrano anche fedeli compagne on the road (42%), in auto o sui mezzi pubblici, mentre ci si sposta da un luogo all’altro della città. Alcuni ascoltatori, però, non indicano un luogo o un’occasione preferita. Per il 29% l’audio-entertainment è un ottimo compagno durante tutta la giornata. Una tendenza nettamente più diffusa rispetto agli altri Paesi: la media globale è infatti del 13%.

Audiolibri: un formato sempre più apprezzato, anche dai lettori tradizionali

Ma chi ascolta un audiolibro non necessariamente non legge libri. Gli ascoltatori italiani sono consumatori crossmediali, e il 78% di loro ha letto anche un e-book o un libro nell’ultimo anno.
L’apprezzamento per il formato digitale nasce piuttosto dal fatto che per l’83% degli intervistati consente di scoprire più libri nel corso dell’anno, sfruttando momenti in cui non si potrebbe leggere.
L’ascolto dunque avvicina alle storie, ai libri, alle grandi voci e anche ai grandi classici. Sul podio dei fattori che spingono a preferire un contenuto a un altro rientrano infatti trama e argomento (82%), narratore coinvolgente (81%) o noto (53%), oltre, ovviamente, all’autore (69%). E se nel 2022 su Audible.it a dominare la classifica dei generi di audiolibri sono stati il fantasy, i classici e le saghe familiari, per quanto riguarda i podcast vincono il crime, l’investigazione, e ancora una volta, il fantasy.

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