
C’era da aspettarselo: nel mese di maggio, dopo circa due mesi di lockdown, si registra una netta flessione nell’indice di fiducia delle imprese e dei consumatori. I dati sono stati raccolti dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, che ha infatti ripreso – dopo la sospensione di aprile dovuta all’emergenza sanitaria – le tradizionali indagini relative alla fiducia di consumatori e imprese. Le stime effettuate con i dati raccolti a maggio 2020 indicano livelli storicamente bassi dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (94,3) e dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (51,1). Si tratta di numeri in decisa flessione rispetto a quelli del marzo scorso per tutte le componenti: la diminuzione è decisamente più sensibile per quanto concerne il clima economico e corrente; il clima personale e quello futuro, per fortuna, rivelano cali nettamente più contenuti. Venendo ai dati, il clima economico passa da 94,4 a 71,9, il clima personale cala da 102,4 a 100,9, il clima corrente scivola da 104,8 a 95,0 e il clima futuro segna solo un lieve peggioramento, passando da 93,3 a 93,1.
Il sentiment delle imprese nei diversi settori
In merito al settore delle imprese, l’Istat riporta che “le stime degli indici evidenziano una caduta della fiducia, rispetto a marzo 2020, nel settore dei servizi di mercato (l’indice passa da 75,7 a 38,8), del commercio al dettaglio (da 95,6 a 67,8) e delle costruzioni (da 139,0 a 108,4). Nella manifattura, l’indice di fiducia registra una flessione relativamente più contenuta, passando da 87,2 a 71,2, mantenendosi comunque su livelli storicamente bassi”. Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera peggiorano, rispetto a marzo 2020, i giudizi sugli ordini mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate in accumulo; le attese di produzione subiscono un’ulteriore diminuzione. Per le costruzioni, la flessione dell’indice è causata da un forte peggioramento dei giudizi sugli ordini; relativamente più contenuto il calo delle aspettative sull’occupazione presso l’impresa.
Servizi di mercato e commercio al dettaglio i comparti “pessimisti”
Nei servizi di mercato, il calo dell’indice rispetto a marzo 2020 è determinato da giudizi, sia sugli ordini sia sull’andamento generale dell’azienda, in forte peggioramento; l’indagine rileva però un miglioramento delle aspettative sugli ordini, che tuttavia rimangono su livelli bassi. Con riferimento al commercio al dettaglio, risultano in caduta libera i giudizi sulle vendite, mentre le scorte di magazzino sono giudicate in forte accumulo. Si registra un calo contenuto delle aspettative sulle vendite, dopo la caduta subita lo scorso marzo.